Quando la Scrittura ci aiuta : La Memoria salvata dalla Scrittura



 

Silvia Vegetti Finzi nel libro “Una Bambina senza Stella” racconta come con la forza del pensiero e quindi con la SCRITTURA, la Bambina riuscirà a Realizzarsi.

"La Vita si Impara, non solo vivendola, ma anche raccontandola":

in una trama che, intessendo Passato, e Futuro, dona Senso e Valore alla Casualità del Destino.

"La Memoria ha bisogno di Tecniche per non Abbandonarci"

Il libro è un’autobiografia, ma è scritto in terza persona: l’autrice cioè  non dice mai “io”. Una scelta questa voluta perché forse un “io” avrebbe proiettato nel racconto una continuità e un’identità sostanziale mentre la sua ricerca di rari sedimenti della memoria mira a cogliere il divenire intermittente e frammentario di un io che si sta costruendo una        identità

L’autrice cerca non di cogliere il senso e la continuità di sé in contesto coerente e continuo.  Ci fa vedere le fatiche che sta percorrendo una non sempre facile strada

                                 dell’identificazione.

La bambina è figlia di un padre ebreo costretto dalle leggi razziali a rifugiarsi in Etiopia assieme alla moglie e al figlio maggiore. Nel 1938, la madre affida la bimba a una balia a Villimpenta, nella Bassa mantovana, dove viene poi accolta dagli zii paterni. La famiglia si ricongiungerà dopo 5 anni.

Di fatto, le autobiografie di infanzia sono viaggi di 

                                riconoscimento

 mossi da un 

                                desiderio di sé

                                desiderio e senso di 

                                simbolizzazione

 ma le grandi autobiografie sono costruzioni in cui 

                                la riflessione 

si mescola con        

                                la narrazione

Questo libro dunque tiene separati frammenti di ricordi  e commenti. E questo permette a noi lettori, di cogliere i passaggi che spesso sfuggono alla nostra comprensione, 

        di come una mente di un bambino  si evolve e si                struttura, superando le difficoltà che la vita gli                    presenta. 

Si alternano così micro episodi, per la maggior parte, a prima vista, banali e insignificanti con un commento che 

        arriva a farci riflettere e capire,  spiazzandoci.

I brevi episodi narrati, raccontano piccoli, apparentemente irrilevanti, ricordi che sono come pennellate di una psiche diffusa in frammenti di mondo: una mente che, dapprima informe, a poco a poco diventa capace di dire “io”, di provare sentimenti, di desiderare, di dare forma e voce al 

                      proprio mondo interno                                                              aprendosi al rapporto con gli altri.

Chi è la bambina senza stella? 


Una bambina, in cui si cela l’autrice,


sfortunata, ma non troppo. 

Seguendo il filo dei suoi ricordi, accompagnato da una scrittura suggestiva e poetica, il lettore potrà ritrovare, per consonanza, tratti perduti della propria infanzia, là dove risiede il cuore pulsante della vita e la parte più autentica di sé. Cresciuta, come molti altri, negli anni tragici del fascismo, della guerra e delle persecuzioni razziali, che la coinvolgono in quanto nata da padre ebreo, la bambina ne uscirà intatta avendo preservato la magia dell’infanzia e la voglia di crescere. Le sue vicende, rievocate con sorprendenti flash della memoria e puntualmente commentate da una riflessione competente e partecipe, svelano le sofferenze dei bambini, spesso colpiti dai traumi della separazione, dell’indifferenza e del disamore. E il dolore infantile non cade mai in prescrizione. Negli squarci di un passato che non passa possiamo cogliere però, con l’evidenza della vita vissuta, anche le meravigliose risorse con le quali l’infanzia può attraversare le difficoltà della vita: il gioco, la fantasia, la creatività e l’ironia. Risorse che, attualmente, un’educazione ansiosa e iperprotettiva rischia di soffocare. Ed è con la forza del pensiero, della scrittura e della testimonianza che questo libro si propone di rassicurare i genitori che i loro figli ce la possono fare, ce la faranno, se riusciranno a realizzare, mettendosi alla prova, le loro potenzialità.

                        

                              E la vita s’impara,

 

non solo vivendola, ma anche raccontandola in una trama che, intessendo passato e futuro, dona senso e valore alla casualità del destino.


Come ci si può avvicinare alla Mente e all'Anima dello scrivente, nello stesso modo di Silvia ?

In Attività di Ricerca e Sviluppo, ho passato anni ad Esplorare la Magia della Scrittura Umana.

Riuscire a interpretare anche la Scrittura Libera (non stampata) mi permetteva di avvicinarmi alla Mente e all’Anima dello Scrivente. 

Mi permetteva di fare un’operazione del tipo:

La Memoria estratta grazie all’interpretazione della Scrittura : 

                                     Quale Virtù

Anni dopo, nell’occasione dolorosa della Perdita di Amici, proposi alle persone che li conoscevano di istituire :

                   Fondi “Memoriali                          

delle Persone ScomparsePer fare questo, con tutti gli Amici decidemmo di Analizzare tutti gli Scritti lasciati da queste persone.

La Scrittura è:      Vincolo per il Pensiero

che così viene a concretizzarsi per essere            Tramandato, come esternazione del proprio  

                                   Animo  

Ovvero :

                  "Mettere in concreto il proprio Pensiero"   

Buddha disse:

"Le Parole hanno il Potere di Distruggere e di Creare. Quando le Parole sono Sincere e Gentili, possono cambiare il Mondo."  

Oscar Wilde disse: 

"La Memoria è il diario che ciascuno di noi porta sempre con se"

Aristotele disse:

"La Memoria è lo Scriba dell'Anima"




Scrittura e Pensiero



                                                     



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