Introduzione Rovine Lugnacco

Prima di tutto : Un grazie alle suore della Famiglia Monastica Francescana di Lugnacco (Monastero di Lugnacco che si trova proprio in fronte alle Antichità su accennate) . Grazie sopra tutto alla Sorella che ci ha accompagnato nella visita oltre a fornirci utili informazioni sulla Pieve a loro di fronte.

Due Foto : la prima rappresenta l'ingresso del Monastero . Insieme a noi la Sorella Francescana che ci ha aiutato.

La seconda Foto rappresenta la parte Posteriore del Monastero.




Infine il Video di uno strumento costruito dalle Sorelle, tipo ORGANO:




Obiettivo : illustrare e fornire informazioni sulle Antichità che le persone possono vedere e visitare nei pressi del paese di Lugnacco in Valchiusella a pochi chilometri da Ivrea e Torino.

In sintesi le Antichità sono:

1. Antica pieve di Santa Maria 

(https://archecarta.org/lugnacco-to-pieve-purificazione-maria/)


Minolta DSC

Storia del sito:

Nel luogo ove oggi è la Pieve sorgeva probabilmente un santuario celtico. In zona fu ritrovato un monolite che molti erroneamente chiamano menhir (vedi scheda).
Probabilmente sui resti del tempio fu costruita una chiesa paleocristiasna e poi, nel secolo XI, la Pieve attuale. Si afferma “…l’esistenza, sotto l’attuale edificio dell’XI secolo, di un fabbricato risalente al V secolo, inoltre il rinvenimento di urne cinerarie, lucernette sepolcrali e pitture mitologiche confermerebbero in quello stesso luogo culti precristiani”. E' confermato che tali ritrovamenti sono di epoca romana. Nel 1975, il pievano Don Riva segnalava che, durante i lavori di restauro nella chiesa, era stata rinvenuta una tomba costruita con laterizi romani. Ricordava inoltre che altre tombe erano state scoperte sul lato nord dell’edifico, nella parte esterna, in occasione di scavi di fondazione per la costruzione del marciapiede attiguo alla chiesa.
La Pieve, che è la più antica della valle di Chy, è dedicata a Santa Maria; 

per circa un secolo è stata denominata della “Purificazione di Maria”.


Le prime notizie scritte, riguardanti tale edificio, risalgono ad un documento relativo all’istituto plebano della diocesi d’Ivrea: si tratta in particolare di una visita pastorale effettuata nel 1329 dal vescovo Palayno.
L’edificio ha poi subito diversi rimaneggiamenti nel corso dei secoli fino ad assumere l’aspetto attuale, interamente intonacato. .

Descrizione

La facciata sud-ovest della chiesa, a gradienti, presenta una particolarità piuttosto rara dal punto di vista architettonico: la posizione atipica del campanile in facciata, con funzione di portico d’ingresso. Tale modello tipologico è di origine francese e viene detto 

“clocher porche”.

Una piccola porzione di muro romanico si conserva su un lato dell’edificio ed è decorata da una serie di lesene raccordate da due archetti pensili. In corrispondenza della quinta lesena, a partire dalla facciata principale, è stata praticata una finestra.
Il CAMPANILE (proveniente dal Castello di Arundello dove non era un campanile, vedi "Castello di Arundello" nel seguito), in seguito alla sua distruzione per i moti popolari dei Tuchini , si eleva su una pianta rettangolare per cinque piani. Le prime tre specchiature sopra l’ingresso, sono decorate con un motivo di archetti pensili, nella seconda è ricavata una feritoia e nella terza un’apertura con arco a pieno centro. Il ripiano della cella campanaria è aperto da una bifora con capitello a stampella poggiante su una lastra di pietra. Spessi strati di malta ricoprono la muratura del campanile che è costituita da pietre di forma irregolare disposte senza ricerca di orizzontalità nei corsi.
Intorno al 1980 le ricerche effettuate dalla Soprintendenza alle Belle Arti hanno portato alla luce tracce di affreschi sul campanile (precisamente in corrispondenza dell’apertura con arco a pieno centro del terzo piano e delle bifore della cella campanaria) e sulla parete in facciata, a sinistra del campanile.
L’impianto planimetrico della chiesa è di tipo basilicale, ma non presenta absidi. La navata centrale ha volta a botte sorretta da archi trasversali mentre quelle laterali sono voltate a crociera. Ai lati del presbiterio, di pianta quadrata, sono disposti simmetricamente due locali, uno adibito a cappella, l’altro a sacrestia.

Nei pressi della Pieve sorgono i resti del castello di ARONDELLO (Arundello - vedi storia più sotto), rimaneggiato nel corso dei secoli, che  era sede feudale con giurisdizione sulla valle.

2. Stele megalitica o monolite 

(https://archeocarta.org/lugnacco-to-stele-megalitica-monolito/)



Lugnacco_menhir

Facciamo inoltre una premessa : la torre campanaria della Pieve ha un'origine interessante e premettiamo una descrizione del castello da cui proviene (Castello di Arrondello o Arundello a Pecco).

Castello di Arrondello o Arundello

Durante il Medioevo, Pecco fu feudo della nobile famiglia dei San Martino. Uno dei rami prese il   nome di Arundello, dal colle sul quale il paese è arroccato. I primi documenti che menzionano  questa Località ,risalgono al XII secolo, quando nel 1176 i fratelli Griva di Loranzè cedettero il sito, destinato alla costruzione del castello di Arundello, ai figli di Enrico di San Martino: (Filiberto e Oberto) e al loro cugino Guglielmo.

   I San Martino avevano l'usanza di assumere come proprio appellativo il nome del  loro castello principale, ed è per questo che nel 1198 troviamo un Filippo di  Arundello che giura la cittadinanza di Ivrea e cede alla città il Castello di Fiorano, che possedeva congiuntamente a Giacomo di Strambinello. Come accennato, Il castello dei San Martino di Arundello fu distrutto alla fine del XIV secolo durante la rivolta popolare  nota come tuchinaggio.
       

Secondo alcuni storici, già nel 1240 un membro dei San Martino di Arundello si sarebbe trasferito in Inghilterra, ottenendo un feudo nel Norfolk e divenendo il progenitore della famiglia degli Howard. Nonostante questa teoria non abbia ricevuto ampio consenso, è interessante notare come l'illustre casata inglese presenti nel proprio stemma le sei crocette d'argento in campo rosso dei  San Martino di Arundello e il loro maniero sia noto come "Arundel Castle".


Torniamo alla Archeologia ovvero alla seconda Rovina : 

                               Stele Monolitica (o Monolite) di Lugnacco

Da quanto detto, il Monolite venne portato a Lugnacco, in seguito ai moti popolari del Tuchinaggio (fine XIV secolo).

Vista la sua forma e Origine veniva usato (tramite opportune catene) per mettere alla Berlina persone condannate penalmente (Malfattori).

Questo Monolite, in tempi recenti (attorno al 1980), vista la sua forma ("Fallica"), creò in zona una situazione oserei dire quasi comica. Premesso che il Monolite era disteso per terra. Si era diffusa la storia (magari molto antica) che le Donne che si sedevano sopra, avevano una forte probabilità di rimanere "Fecondate". Dopo varie ingiunzioni del prete della Pieve, decisero prima di tutto di mettere in Verticale il Monolite (come era all'inizio e come è adesso) e poi cercarono di sfatare questa Fandonia.

Purtroppo tale Credenza era forse molto antica e radicata. Sentite cosa avvenne... 







 

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